Cos’è:
Il
dolore lombare (il comune mal di schiena, lombaggine o lombalgia) è
il più comune dei disturbi che affliggono l’apparato muscolo
scheletrico delle popolazioni occidentali. Ciò è dovuto al fatto
che la colonna vertebrale spesso sviluppa patologie collegate alle
degenerazioni da usura. Essa infatti è un complesso insieme di
articolazioni, legamenti, muscoli, nervi che contraggono reciproci
stretti rapporti di vicinanza e di influenza reciproca, lavorando
continuamente durante tutto il corso della vita, ma spesso in modo
non corretto. In Italia, l'80% della popolazione ne soffre almeno una
volta nella vita. Nella gran parte dei casi il fenomeno è benigno e
regredisce spontaneamente. Nel 60% dei pazienti entro 1 settimana,
nel 90% a 6-8 settimane. Solo nel 7-10% dei casi il dolore persiste
fino a 6 mesi. Nel 60-70% dei casi si ha rischio di recidiva
(ricaduta) soprattutto nei 12 mesi successivi.
I Sintomi
Nella maggior parte dei casi la lombalgia (dolore associato spesso a rigidità o tensione) è limitato alla zona sovrastante i glutei. Una irradiazione alla coscia, alla gamba o al piede indica il coinvolgimento delle radici nervose (lomboscaiatalgia o sciatica). Si osserva più frequentemente nelle donne (2:1). Con l'avanzare dell'età aumenta la frequenza degli episodi: nella fascia dai 65 agli 84 anni, si va dal 76 al 93,6 %.
Le cause
La eccessiva sedentarietà priva la colonna di quel supporto che solo muscoli ben tonici possono rappresentare; in questo caso è evidente che il mal di schiena è un segnale che la colonna non è in forma. La colonna vertebrale può essere paragonata all'albero di una barca a vela, le cui sartie sono rappresentate dalla muscolatura del tronco. Il corretto allineamento dell'albero è dato dall'equilibrata tensione delle sartie. Se questo delicato equilibrio si rompe, la colonna assume un atteggiamento viziato, tirata da una parte e non sostenuta dall’altra, il sovraccarico e le tensioni determineranno il mal di schiena.
In modo più schematico le cause possono essere raggruppate in:
spinali: alterata statica e dinamica; alterazioni delle strutture vertebrali e sovraccarico con artrosi, infiammazioni (spondiloartriti), ernia del disco, fratture vertebrali, tumori, infezioni (osteomieliti, disciti);
viscerali: aneurisma dell'aorta addominale, infezioni delle vie urinarie, prostatite, endometriosi, cisti ovariche, infiammazioni o neoplasie dell'intestino;
psicogene: depressione, nevrosi, reazione di conversione, isteria.
Fattori di rischio Sono considerati: obesità , fumo di sigaretta, postura scorretta, lavori pesanti, prolungata stazione eretta, frequenti torsioni e flessioni, depressione, nevrosi ed ansia.
Diagnosi
Chi ne è colpito, purtroppo, molte volte affronta un itinerario diagnostico e terapeutico piuttosto variegato, che va dall'ortopedico al fisiatra, al neurologo al neuro-chirurgo, poiché questa complessa e meravigliosa struttura che è la schiena umana, può presentare numerosi disagi (o vere e proprie malattie) indagabili e curabili effettivamente da vari punti di vista. Viceversa è estremamente importante affrontare nella giusta ottica il problema, anche perchè la lombalgia è da considerarsi un vero problema sociale, per le ovvie ricadute sul piano lavorativo. (è la prima causa di assenza dal lavoro).
Il corretto approccio al problema deve necessariamente iniziare con una visita ortopedica o fisiatrica mirante ad escludere eventuali alterazioni strutturali della colonna, del bacino, delle gambe o dei piedi, che potrebbero essere alla base del disturbo. Ad esempio la differenza di lunghezza degli arti inferiori può causare un difettoso allineamento del bacino e della colonna, determinando compensi muscolari e squilibri posturali, dunque tensioni e dolore. Anche le malocclusioni dentali, si ripercuotono sulla colonna vertebrale determinando squilibri muscolari causa del "mal di schiena".
Esami di diagnostica per immagini sono richiesti solo se il dolore persiste oltre le 4 settimane. Una radiografia standard può aiutare nella diagnosi del dolore lombare, ma poi quasi sempre si dovrà approfondire con una TAC (tomografia assiale computerizzata) o con la RM (risonanza magnetica).
Terapia:
Nella forma acuta (durata < ai 3 mesi): miorilassanti ed antinfiammatori con riposo moderato. Poi, dopo qualche giorno si potrà ricorrere alle cure del Fisiatra, per una terapia non sintomatica.
Nella forma cronica (durata > ai 3 mesi) sempre miorilassanti ed antinfiammatori con divieto degli sforzi in flessione della colonna vertebrale.
Sarà utile perdere eventuali eccessi di peso, mentre efficaci saranno gli esercizi spinali, soprattutto in idrokinesiterapia, la ginnastica posturale, BackSchools, Medical Pilates e i massaggi.
Tra le terapie fisiche indicate: TENS o meglio ancora FREMS, Laser, Radar, Infrarossi, e soprattutto TECAR. Nelle forme osteoporotiche o degenerative dell’anziano, la Magnetoterapia.
Nelle forme con compressione nervosa (sciatica o lombosciatalgia) è indicata FREMS e TECAR, oltre a terapia medica per un tempo più prolungato. La chirurgia entrerà in campo in quei pochi casi che hanno deficit neurologici o severa sciatica ben oltre le 6 settimane di terapia (asportazione dell'ernia discale).
Benessere e prevenzione
Anche nel mal di schiena è importante la prevenzione delle recidive, il fisiatra darà opportuni suggerimenti da adoperare nella vita di tutti i giorni ed il fisioterapista si incaricherà di correggere le abitudini motorie viziate. Il massimo è l’impostazione di una adeguata ginnastica di riprogrammazione propriocettiva con una pedana propriocettiva stabilometrica computerizzata.
© 2024 Fisiomedica s.r.l. - P.Iva: 04231440720
powered by Comma3 ®