Che cosa affascinante e meravigliosa è la mano dell’uomo, quante implicazioni contiene: scientifiche, mediche, filosofiche, chiromantiche ecc.ecc.
Attraverso essa, e per il suo punto d’attacco, il polso, passa lo sviluppo cerebrale insieme alla locomozione bipede, che ha permesso di utilizzare, le mani come mezzo per costruire e poi per fabbricare strumenti e fare evolvere ancor di più l’attività umana. Il segno è stato quello dell’allungamento delle dita, completato dalla presa di precisione tra il pollice e le falangi distali in opposizione; in tal modo il movimento delle dita è molto più preciso e consente all'uomo di usare utensili molto piccoli e sottili, tenendoli fra il pollice e l'indice (ad esempio aghi per cucire, penne per scrivere etc)
Darwin sosteneva che la mano è l’organo che distingue l'uomo dalle scimmie e che l'uomo non avrebbe mai raggiunto il suo posto predominante nel mondo senza l'uso delle mani, ma in realtà mano e mente si sono sostenuti insieme lungo il percorso dell’evoluzione.
Engels, il filosofo, scrisse il saggio "Del ruolo della mano nella trasformazione dalla scimmia all'uomo": qui la mano diventa sinonimo di lavoro e di dignità. Nelle società post-industriali, il lavoro e la mano sono valorizzati e spesso sovrapposti: "fatto a mano", "cucito a mano" rappresentano attributi positivi, mentre "tenere le mani in tasca" o "stare con le mani in mano" indicano poca voglia di lavorare. Le mani denotano anche un'appartenenza ad una classe sociale: le mani curate delle professioni intellettuali contrapposte a quelle ruvide e callose di operai ed operaie.
Ma veniamo alla medicina: tanta sofisticata perfezione di movimenti, tanta laboriosità applicata, per forza di cose espongono la mano ed il suo sostegno, il polso, a ferite, traumi, patologie da superlavoro o da lavoro in posizione viziata, vedremo nelle prossime pagine di analizzarne alcune.
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